Una Anteprima fuori stagione quella dell’Amarone, che ha permesso di godere di due fattori principali: la meravigliosa prima dell’Aida all’Arena di Verona con il ritorno all’Opera in presenza, dopo due anni di blocco dati dalla pandemia Covid, e l’assaggio degli Amaroni ad una temperatura “più fresca” una scelta che è risultata azzeccata. Due tabù scardinati che hanno portato ad un’ottima riuscita della manifestazione.
Un’istantanea nel calice, in cui è stato versato il frutto di una annata considerata tra le più siccitose del secolo, la 2017, caratterizzata appunto da un inverno dal clima caldo con scarse precipitazioni, seguito dalle gelate tardive di aprile che però in Valpolicella hanno provocato danni contenuti, grazie soprattutto al sistema di allevamento a pergola. Nei mesi estivi le temperature sono state elevate con una fenologia della vite in netto anticipo sulla media storica e con una conseguente vendemmia iniziata precocemente (primi di settembre). La maturazione accelerata ha portato a riscontrare valori elevati per quanto riguarda il tenore zuccherino e l’acidità totale, mentre la dotazione di malico è stata più scarsa rispetto alla media. Sul fronte dello stile, il millesimo 2017 presenta alcolicità bilanciata da buoni profili acidici, oltre a buone dotazioni in termini di antociani e polifenoli per un vino di piacevole morbidezza e dalle intense colorazioni.
Dalle testimonianze dei produttori l’uva che è giunta in fruttaio era sana con tenori zuccherini elevati e acidità malica inferiori alla media.
Quello che ne esce dagli assaggi, in linea di massima, sono vini morbidi e piacevoli. I produttori complessivamente hanno adottato uno stile più contemporaneo e nei calici di rilievo hanno spinto con una acidità più marcata, che sappiamo difficile da ottener nell’annata in rilievo, ma che ha consentito alla fine un sorso più reattivo. Per una lettura della 2017 risolta senza presenza di sovra maturazione nella maggior parte dei campioni mentre in altri l’alcool ha prevalso con criticità maggiori.
In complesso classicità ma anche carattere a tratti con alcune espressioni di interesse. Da evidenziare.
È arrivato il momento di far emergere la versatilità dell’Amarone – spiega il presidente del Consorzio Valpolicella, Christian Marchesini – e di liberarlo da un preconcetto che non tiene conto dell’evoluzione stilistica e poliedrica del nostro vino premium. Si tratta di un percorso – prosegue Marchesini – che, senza rinunciare all’identità, intende valorizzare un cambiamento già in atto tra i produttori della Valpolicella. Siamo convinti che l’Amarone possa essere interpretato in maniera innovativa, attraverso l’esplorazione di nuovi canoni del gusto. Un passaggio fondamentale per rispondere all’esigenza condivisa di riportare il settore Horeca, e in particolare l’alta ristorazione, al centro della nuova strategia di azione e di promozione del Consorzio”.
I migliori assaggi Amarone 2017 en primeur in ordine di degustazione
Bertani
Tutto giocato in sottrazione, con note di fiori ed erbe aromatiche, più aleatorio, elegante. Stacca dalla media senza smentire la tradizione sul finale rilasciando le note caratteristiche dell’Amarone con una piccola e gustosa cioccolata. Bocca piena ed appagante, taglia un po’ sul finale, l’acidità spinge e fa chiudere con lode.
Bolla
Bel frutto, croccante, nitido e saporito. Bocca avvolgente e tesa, equilibrata. Vibrante. Sapido e vivo.
Massimago
Lucido all’olfatto, bel movimento in bocca, si articola bene. Ha armonia e vibrazione, dolce ma teso. Preciso.
Rocca Sveva
Più ferroso e quasi sanguigno, bocca sciolta e decisa. Lascia la parte dolce al centro del palato, ma si stende coerente. Non ha punte fuori posto, e’ composto e vibrante tutto sommato. Ha un certo slancio.
Sartori
Schietto e nitido, bella rotondità e maturità di frutto, succoso e sapido. Ha un bel frutto e un naso molto elegante, quasi leggero, chiude con note di terziari leggeri ma ha una più che godibile dimensione e copertura al palato. Molto verticale nel suo assetto complessivo.
Secondo Marco
Naso spostato sulle maturazioni e concentrazione con note sotto spirito. Stile più antico, che sterza piacevolmente sull’agrumato. In bocca però ha una buona struttura e complessità. Sicuro e generoso.
Villa San Carlo
Cioccolato e caffè, in bocca è teso e vivo, non stanca, si muove bene e chiude con energia. Si arricchisce con sentori più freschi, mentolati e balsamici. Lungo e copioso al al palato dove sviluppa una bella progressione, dolce ma anche vibrante, piacevole e di grande bevibilità.
Ca’ La Bionda Interessante con ritorni agrumati, bocca dolce ma saltellante. Ha una buona presa al palato.
Gerardo Cesari
Giocato sulle dolcezze dal naso alla bocca, come si suole all’Amarone classico. Chiusura interessante, trova un po’ di leggerezza e spinta acida che rincalza e rilancia il sorso.
Corte Figaretto Molto serio e scuro, impenetrabile, serrato. In bocca si riapre alla piacevolezza, tratteggiando un sorso molto deciso e verticale fino alla fine.
Domini Veneti Un pò concentrato al naso, spesso, ha una dimensione più armonica e completa in bocca dove non fa mancare niente. Ha anche una discreta lunghezza.
Fattori
Gustoso all’olfatto con cenni di zucchero filato e vaniglia ma anche alloro. Cambia in bocca dove mostra una dimensione energica. Piacevole e ben eseguito il sorso si rende incalzante per la buona acidità espressa.
Monte Zovo Famiglia Cottini
Timbro classico, frutti scuri, morositas, lliquirizia. Un calice pieno, molto in linea con la tradizione. La dolcezza non manca soprattutto sul finale dove sprigiona sentori di zucchero vanigliato e mou. Old style
Monteci
Zucchero filato e complessità, in bocca più teso a tratti quasi nervoso rendendo la progressione in bocca meno stancante, incalza e allunga il passo sul finale. In crescendo.
Cantine Giacomo Montresor
Olfatto macchiato di caffé e liquirizia. In bocca ha un sorso più dinamico e coinvolgente, chiude bene.
Novaia
Polvere da sparo, toni più gessosi ma che poi vengono sterzati da sottotoni agrumati. Di carattere, teso e vivace, in bocca è saporito, ha una buona struttura, un bel corpo, stacca anche bene. Esce dal coro
Pasqua Vigneti e cantine
Cioccolato, caffè ed erbe, After eight. Amarone come timbro di fabbrica, non sbagli. In bocca è composto e piacevole, non ha sbavature e traccia una linea netta dall’inizio alla fine.
Salvaterra
Semplice e misurato. Sciolto e dinamico, si lascia bere senza esitazione. Diretto
Az. agricola Vigna ‘800
Fiore e zucchero, dimensione fresca, snella, serrata, piacevole. Si fa apprezzare.
Vigneti di Ettore
Pietra lavica, cerino, mineralità accennata. La bocca è larga, abbondante, vivace, testimonia una bella energia.
Zeni
Molto classico, in toni di zucchero macchiati da morsi vegetali. Dolce ma intenso.
NOTE A MARGINE
Degna di nota la masterclass “The boom generation: gli ultimi decenni dell’Amarone dalla sua escalation al successo mondiale”, condotta da JC Viens, italian wine ambassador e Wset educator. Un tasting che ha guardato al futuro e alla new wave in Valpolicella dettata sia dal passaggio generazionale che da giovani aziende. In degustazione gli Amarone di 6 cantine con millesimi dal 1998 al 2016: Villa Spinosa (1998), Romano Dal Forno (2003), Cà La Bionda (2007), Le Guaite di Noemi (2010), Vigneti di Ettore (2012) e Villa San Carlo (2016).
Best tasting:
Villa Spinosa 1998 Cioccolato, menta e frutta. Ancora fresco in bocca con un sorso dinamico ed una linea sapida sorprendente. Una bella bottiglia felice di averla assaggiata.
Amarone Dal Forno Romano 2003 Il profilo è più dark, maturo, anche per l’annata che ricordiamo calda. Caffé, note tostate. Carattere più classico ma bel profilo generale.
Ravazzol Amarone della Valpolicella Ca’ La Bionda 2007 Compatto, scuro ma rinfrescato da note balsamiche e tratti agrumati, canditi. Complesso e vibrante.