Con Filippo Bartolotta abbiamo deciso di scrivere un pezzo di impressioni sulla degustazione che si è tenuta il 4 giugno alla sede della Doc Bolgheri. Il Consorzio che quest’anno festeggia 25 anni dalla sua costituzione.

Abbiamo anche deciso di non dare punteggi in relazione ad un’annata straordinaria. Questo per evitare scarti minimi e quindi punteggi ovvi e similari. Piuttosto abbiamo messo su una ricognizione generale sui vini che ci hanno emozionato maggiormente. Stilando una classifica che accludiamo. Con un plauso di merito a Paleo 2016 (Cabernet Franc in purezza de Le Macchiole),un vino che rappresenta un territorio. Il vintage 2016 alle Macchiole e in tutta Bolgheri è stato un anno benedetto in grado di far emergere il massimo non solo nel classico taglio bordolese, ma nel monovarietale, che coraggiosamente Cinzia Merli è stata tra le prime a promuovere.

L’ANNATA L’inverno è stato caldo e con piogge a fine febbraio che hanno consentito l’accumulo di riserve idriche per lo sviluppo delle piante. La fase vegetativa si è svolta in maniera regolare e lineare, grazie a condizioni climatiche e di precipitazioni in perfetta media stagionale. L’estate è stata calda, con picchi di temperatura che però non hanno condizionato lo sviluppo delle uve grazie soprattutto ad un’importante escursione termica tra il giorno e la notte. Condizioni ideali che si sono mantenute fino alla fine della vendemmia.

La 2016 rappresenta a Bolgheri un’annata straordinaria per come l’uvaggio bordolese ha saputo esprimersi. Il fattore più sorprendente è soprattutto relativo ai tannini che si mostrano molto ben integrati e quasi risolti nella maggior parte dei casi. Un risultato molto importante per tutta la realtà vitivinicola bolgherese.

MONOVARIETALI Il Bolgheri Superiore denota una materia ricca, tanta energia nel calice, una bella tensione gustativa e intensità. Allo stesso tempo sono vini vivi, corredati di note di frutta mista a spezie, ed erbe mediche che saltano fuori dal bicchiere, vibranti, con una forza ed un dinamismo che conquistano. Una menzione a parte meritano i monovarietali che hanno raggiunto picchi a tratti incredibili come nel caso di Paleo o Foglio 38, Cabernet Franc in purezza, o di Masseto e Messorio per i Merlot. Da notare come l’azienda Le Macchiole, pioniera nella scelta dei monovarietali, oltre a Paleo e Messorio, ha raggiunto forse il miglior risultato di sempre anche con il suo Syrah 100%  Scrio. Paleo 2016 evidenza al naso un meraviglioso ortaggio che va ad associarsi immediatamente al Franc, a Bolgheri, in uno dei suoi successi più riusciti, senza filtri. Un gentiluomo nel bicchiere. Un campione di eleganza e finezza. Un vino che ricorderemo a lungo, un vino che merita il meglio perché ha dato il massimo, aprendo una nuova storia di purezza e istinto. Femminilità di classe e straordinaria.

Sorprendente anche il risultato del Sangiovese in purezza di Michele e Giacomo Satta, il Cavaliere. Un vino che già dallo scorso anno ha virato virtuosamente in freschezza e slancio, manifestando un’identità precisa e poco riconosciuta in un territorio dedito in prevalenza al taglio bordolese.

GLI ARTIGIANI Tra gli artigiani di Bolgheri va menzionato sicuramente Maurizio Fuselli, che ha decisamente alzato la “barra” dei sui vini con un outsider, un Petit Verdot in purezza ancora non molto preciso nel disegno del frutto ma con una dote di grande naturalezza che trascina ed emoziona. Con lo stesso ragionamento anche le etichette dell’azienda I Luoghi, sono da qualche anno un riferimento per la rappresentazione di Bolgheri che giocano le loro carte sull’energia del sorso, sulla straordinaria bevibilità e sul carattere.

I CLASSICI E poi come non tornare ai grandi bordolesi. Sassicaia per primo. Un vino che non solo ha fatto la storia di questa denominazione ma quella dell’enologia italiana intera, ridefinendo i canoni produttivi e costringendo al conio di un nuovo termine simbolo di una della più importanti rivoluzioni enologiche del 20esimo secolo.

Non possiamo nascondere che la freschezza e la succosità della 2015, assaggiata ormai molte volte, continua a convincere per la grande eleganza. La 2016 si presenta più piena, in fatto di materia, polposa, con tanto frutto, e molto profonda ed arricchita da alcuni tratti sapidi e minerali che ne allungano il finale e la multidimensionalità.

E poi chiudiamo con una considerazione legata al lavoro di un’altra cantina di riferimento per tutto il territorio: Ornellaia. La 2016 ha regalato, insieme alla solita struttura e potenza sostenuta dalla percentuale importante di Cabernet Sauvignon, un profilo più agile e brioso del solito. E se della prova straordinaria di Masseto ne abbiamo già parlato, con questi assaggi dobbiamo segnalare che siamo entrati in una nuova era per questo vino che da Aprile ha la sua nuova cantina dedicata e indipendente da Ornellaia e dunque siamo sicuri, dopo alcuni assaggi in anteprima che assisteremo non solo ad un consolidamento definitivo di questo vino cult ma ad un vero e proprio scatto in avanti se mai fosse stato possibile immaginarlo.

I migliori assaggi (tra i presenti alla degustazione alla Doc Bolgheri il 4 giugno 2019)

BOLGHERI SUPERIORE 2016

Sassicaia, Tenuta San Guido

Grattamacco, Collemassari

Campo al Fico, I Luoghi

Millepassi, Donna Olimpia

Tenuta Guado al Tasso, Guado al Tasso

Sondraia, Poggio al Tesoro

Argentiera, Tenuta Argentiera

Ornellaia, Tenuta Ornellaia

Le Gonnare, Fabio Motta

Guado de’ Gemoli, Giovanni Chiappini

San Martino, La Cipriana

Opera Omnia, La Madonnina

Maestro di Cava, Tenuta Meraviglia

 

IGT TOSCANA 2016

Paleo, Le Macchiole

Messorio, Le Macchiole

Scrio, Le Macchiole

Foglio 38, Fornacelle

Cavaliere, Michele Satta

Maurizio Fuselli, Terre del Marchesato

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